Condizionamento-Tibie.

By GT:

TIBIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I praticanti di sport da combattimento, specie a contatto pieno, in genere hanno varie parti del loro corpo condizionati.: ossa e tendini di mani, piedi, gomiti, ginocchia, cranio…

Il condizionamento tibiale per ovvi motivi legati allo sport, è uno tra i più necessari, specie per sport come la Muay Thai, K1 ed MMA in quanto si utilizzano  proprio le tibie(stinchi)per bloccare gli attacchi di low kick.

Gli stinchi di norma sono molto sensibili ma, attraverso il condizionamento, possiamo rendere l’osso più forte e alterare la sensazione di dolore. E’ fondamentale però utilizzare le corrette tecniche di condizionamento della tibia altrimenti si rischia seriamente di ferirsi.

Riporto di sotto alcune info anatomiche prese qua e là al fine di capire meglio l’anatomia strutturale dell’osso in questione.

Brevi cenni anatomici(sintesi):

La tibia è il secondo osso dell’intero corpo umano per lunghezza.

Si tratta di un osso lungo che si articola superiormente con il femore e la patella nell’articolazione del ginocchio, supero-medialmente con il perone così come infero-medialmente ed inferiormente con l’astragalo.

Possiede due epifisi delle quali la prossimale è più spessa e ampia rispetto alla distale.

Normalmente il margine laterale viene detto margine interosseo, poiché vi si inserisce la membrana interossea, che occupa lo spazio esistente tra tibia e perone. Posteriormente al condilo mediale si distingue un lieve solco, che da inserzione al tendine del muscolo semimembranoso.

  • Differenze legate al sesso

Nel maschio, la sua direzione è verticale e parallela rispetto all’osso controlaterale, ma nella femmina ha una lieve obliquità verso il basso e lateralmente, per compensare la maggior obliquità del femore.

  • Callo Osseo: Il callo osseo è la struttura che si viene a formare a livello del focolaio di frattura di un osso.

Le ossa sono costituite da un tessuto vivo che riceve una certa quota di sangue (vascolarizzazione): in caso di frattura o lesione di un osso essa è quindi seguita da un’emorragia:

il sangue fuoriuscito dai vasi interrotti circonda i frammenti ossei inoltre c’è una continua produzione e  moltiplicazione delle cellule connettivali capaci di produrre fibre collagene, porta alla formazione del cosiddetto callo fibroso(osseo).

Nei giorni successivi, vengono deposte le prime trabecole di tessuto osseo giovane, ha inizio la sua calcificazione che porta alla formazione del callo osseo primitivo. Questo processo è completo dopo tre settimane. L’ultima fase del processo di formazione del callo è la più lunga e si protrae per alcuni mesi”.quindi..se volete condizionare correttamente la vostra tibia non dovete arrivare a procurarvi fratture, lesioni o altri traumi!

Struttura dell’osso
Il tessuto osseo è un tessuto connettivo di sostegno.
Circa un terzo della matrice dell’osso è costituito da fibre collagene; il resto è un
mix di sali di calcio, principalmente fosfato di Calcio ed in minor misura carbonato
di Calcio.
Questa combinazione conferisce all’osso eccezionali proprietà meccaniche.(flessibilità, resistenza e durezza).
Il tessuto osseo cresce e si rigenera grazie all’attività di due classi di cellule: osteoclasti ed
osteoblasti.

Il condizionamento:

Tibossa copy copy

Quando, da ragazzino,  iniziai a praticare le arti marziali ricordo che giravano molte leggende sul fatto che bisognasse battere con dei legni o rotolarli sullo stinco o dare calci su pali di legno o ferro per far diventare la tibia tagliente come un coltello. Pare che molte di esse girano ancora oggi: ad esempio persone che mettono video su youtube di metodologie ANTICHE che non dovrebbero più esistere.Se volete seguire questa strategia, sicuramente è la più adatta per farsi male!

Le nostre ossa all’interno  hanno una loro densità che varia di soggetto in soggetto. Ogni volta che si riceve un colpo in un determinato punto, l’osso tende a fortificarsi aumentando la propria densità ossea in quel punto, diventando sempre più resistente a questo tipo di sollecitazioni. Nel giro di alcuni mesi/anni lo scheletro si trasforma e l’osso è  in grado di assorbire urti/colpi ricevuti quindi, nell’arco dei mesi, l’osso si va ad adeguare (rinforzare adeguatamente) adattandosi a quegli stimoli(urti/sollecitazioni) a cui viene sottoposto.

Non colpire pali di ferro, legni etc…ma utilizzarre specie inizialmente, Thai Pad, sacchi medi e poi duri(possibilmente non di sabbia perchè troppo densa), inoltre l’osso si condiziona anche con i lavori “specifici a coppia” di sparring condizionato, etc…Se avete visto atleti nei video colpire gli alberi  di banano ricordate che essi sono in realtà molto morbidi.

N.B. non esiste un modo facile e veloce per condizionare la tibia, ma anzi ci vuole:

  1. Tempo e applicazione. Ricordate che il condizionamento è un processo lento che necessita (specialmente per un neofita)Cdi circa un paio di anni di pratica ripetuta.
  2. Considerare che il tempo di recupero è tanto importante quanto il tempo di allenamento.
  3.  La consapevolezza di ciò che si va a fare, avendo bene l’accortezza e la forza di sapersi controllare nell’allenamento e smettere quand’è il momento per portare la vostra tibia ad un condizionamento graduale e responsabile!! Al primo sentore di dolore o a tibie infiammate, cessare l’esercizio. Se si feriscono gli stinchi, permettere loro di guarire completamente prima di continuare a condizionarli. Se si incorre in infiammazione o grumi, si consiglia di applicare subito del ghiaccio. Ricordarsi di non mettere il ghiaccio sulla pelle nuda, mettere un asciugamano sottile in mezzo. Ripetere questa operazione fino alla cessazione di gonfiore.
  4. No al fai da te! Gli allenamenti sempre sotto controllo di un istruttore abilitato e qualificato.

Ricordate che, anche quando la tibia sarà condizionata, si diventa meno sensibile al dolore… non  completamente inerti ad esso!

Quando un fighter combatte sul ring di Thai, MMA o K1, se il colpo a cui è sottoposto è forte, state tranquilli che il dolore lo sentirà ugualmente e spesso ancora di più, a freddo dopo il match..

Un buon Fighter è semplicemente abituato a resistere di più al dolore rispetto ad un soggetto non allenato ma ricordiamoci che non è una macchina insensibile!